Capitolo I
Una foto di scuola
A partire da una
foto di classe in bianconero, ho pensato a dove erano andati a finire i
ragazzini che erano stati a scuola con me alle elementari o anche oltre. Un
arduo interrogativo tra i tanti che ci si potesse mettere a cercare in qualche
modo di risolvere, ma un po’ più antropologico di altri, uno studio forse quasi
statistico sul senso della vite e non della vita.
Come se fosse proprio una vite che gira per conficcarsi sempre di più nel legno, metaforicamente spinta da un cacciavitone cosmico, quindi un senso non tanto filosofico, ma quasi fisiologico, di un’umana esistenza. Comprendere la vite degli altri mi serviva per capire meglio la mia e il legno in cui mi si conficcava, volente o nolente, con più o meno entusiasmo.
Il problema iniziale era la distanza di migliaia di chilometri, dato che vivo in Cina ormai da trent’anni, ma c’era ancora un fratello là, in Italia, a Bacchio, comune di Zorca. Una sorella poi non troppo lontana, e quasi definitivamente maremmana. La Maremma aveva affascianto anche me, ma solo dopo essere andato a vivere all’estero, prima non la conoscevo abbastanza.