Adailton e Odair
C. G. Jung, Il Libro Rosso,
pag. 310
Adailton detto Ada viveva nella favela Rocinha
di Rio de Janeiro, faceva il camelô, cioè vendeva cose per strada,
su un tappeto di velluto bordeaux, al quale era piuttosto affezionato e che
cercava di tenere più pulito possibile, ma la polvere era troppa.
Rocinha era un quartiere della
Zona Sud della città di Rio de Janeiro in Brasile. È ancora una della 700
favelas che fanno parte della città di Rio de Janeiro. È la favela più grande
del mondo e conta più di 150.000 abitanti ufficiali.
Ada stava cominciando alla non più verde età di
cinquant’anni a soffrire di solitudine, sebbene avesse passato ogni giorno
della sua vita in mezzo a un formicaio di persone. Da un poco di tempo aveva
perso la voglia di vivere, e ne aveva sempre avuta poca. Ada non aveva amici,
né una donna, nemmeno un cane, aveva solo una tartarughina Ninja, cioè Ninja
era il suo nome e si ricordava di lei una volta al giorno, quando gli dava il
mangime. Un povero animaletto inespressivo ma testardo, che insisteva
caparbiamente nel sopravvivere e che, a volte, gli sembrava che gli
assomigliasse, non solo fisicamente.